Moglie troia scopata con due cazzi #1

Moglie troia scopata con due cazzi #1 | Eccoci arrivati al fatidico giorno che riusciamo a trovare del tempo per consegnare il cellulare al ragazzo conosciuto casualmente dopo i Fuochi d'Artificio di Sala Comacina.

Fortuna aveva un altro cellulare, così che siamo riusciti a rintracciarlo. Sarebbe venuto lui a ritirarlo, ma preferimmo andare noi da lui, approfittando per farci un'altra gita sul lago.

Cominciamo col dire che il ragazzo ha 27 anni e si chiama Roberto. Ci accordiamo per incontrarci il Sabato sera, lui era libero da impegni con gli amici e anche se non fosse stato così, ci rivelò che si sarebbe ugualmente liberato pur di incontrarci.

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Appuntamento in un bar di Tremezzo a sua discrezione. Questo incontro era esclusivamente per la consegna del cellulare. Naturalmente il ricordo di quella serata, del breve passaggio della sua mano sotto il mio abito, sfiorando le mie intimità e l'avermi vista godere, nuda con Alberto e Massimo, insinuava in me certi pensieri.

Sinceramente non sapevamo con che spirito lui aspettava questo incontro, ma sicuramente dallo scambio di messaggi, mi aveva ben fatto capire quanto non vedeva l'ora di rivederci. La situazione era comunque tanto intrigante ed eccitante, quella sera la sua semplicità ed educazione nel comportarsi mi aveva particolarmente fatto una buona impressione.

Ero molto elettrizzata da quell'incontro per la consegna del cellulare. Arrivati a Tremezzo, appena ci vide arrivare, ci venne incontro con gioia, si avvicinò e nuovamente prima di baciarmi, diede un'occhiata a Alberto, un semplice bacio sulla guancia, poi ci sedemmo ad un tavolo all'esterno del bar, perché c'era una piccola brezza.

Devo dire che al semplice bacio, venni pervasa da strani brividi, accrescendo una certa calura, tornandomi alla mente la sua mano scorrere timidamente sotto il mio abito, sfiorandomi passera e seno.

Ordinammo una bella birra fresca ciascuno, era tanta la voglia di dissetarci, era una serata molto calda. Inizialmente quasi non si sapeva di cosa parlare, con una specie di imbarazzo.

Io ero troppo intrigata da questa situazione, Roberto naturalmente non sapeva che dire, se non continuare a ringraziarci per il telefono, non entrò mai in merito a quella sera e forse non osava.

Fui io a sciogliere un po' il giaccio, scherzando su quel cellulare che continuava a perdere: "ma mi spieghi come si fa a perdere un cellulare, due volte in una sera?" , lui rispose: "Sinceramente non capisco nemmeno io com'è stato possibile, nel prato sarà caduto dalla tasca senza accorgermi, e sulla vostra auto non me ne sono proprio accorto di averlo perso nuovamente, anzi credevo di averlo perso ancora su nel prato, infatti il giorno dopo sono tornato a cercarlo" a quel punto come sempre, Alberto fece da collante a certi discorsi e ridendo disse: "Lo so io com'è stato possibile perderlo nella nostra auto, qualcosa ti ha sicuramente distratto".

Il ragazzo a quel punto divenne rosso, poi ancora timidamente rispose: "e si, sicuramente avevo troppi pensieri per la testa, ero tanto e piacevolmente infervorato dalla situazione. Non mi è mai capitata una cosa del genere, proprio da non capirci più niente".

Beh io non sapevo che dire, ma ormai Alberto aveva dato l'input per dare un senso a quella perdita del cellulare, infatti gli disse: "Comunque è stato un destino perdere il cellulare in quel prato e poi ancora sull'auto".

Cavoli Alberto stava proprio cavalcando l'onda, sapeva quanto ero già intrigata da quel incontro e quanto mi aveva presa quella mano sotto l'abito. Il cellulare era ancora nella mia borsa, chissà come mai non glielo avevo ancora consegnato, probabilmente tutti avevamo per la testa altri pensieri.

Intanto una birra ne aveva tirata un'altra, ci dissetava sicuramente più di un gelato. Roberto non riusciva a togliermi gli occhi da dosso, chissà cosa stava immaginando, io sicuramente mi immaginavo già molto.

Lentamente si creò una certa armonia ed io cominciai ad essere sempre più intrigata da lui, era molto giovane per me, ma mi stava intrigando e nuovamente cominciai a risentire i brividi iniziali.

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La voglia di risentire quella sua mano, che mi aveva accarezzato sotto l'abito pochi giorni prima, mi stava spingendo a lasciarmi trasportare da forti desideri. Ebbene mi lasciai veramente prendere, il mio cervello iniziò a frullare idee e pensieri strani, quindi presa da una forte ebbrezza, mi alzai con la scusa di andare in bagno, ma con un pensiero fisso nella testa.

Entrai in bagno, mi tolsi le mutandine, poi presi il cellulare del ragazzo e con tanto fremito addosso mi scattai un paio di foto con la gonna alzata, poi mi tolsi l'abito ed essendo senza reggiseno, mi scattai ancora un paio di selfie cosi bella nuda, naturalmente evitando il viso.

Mi rivestii e tornai da loro, dopo esserci bevuti un'altra birra, decisi che era ora di riconsegnare il cellulare a Roberto. Venni colta da un po' di timore per quelle mie foto, non capivo se facevo bene, anche se non si vedeva il volto, ma nello stesso tempo ero eccitata pensando alla sua sorpresa nel vederle e rivedermi nuda.

Appena il cellulare fu nelle sue mani, fui assalita da un forte senso di agitazione, un forte brivido mi assalì, non capivo se di piacere o di timore. Mi sentii rabbrividire, quando iniziò ad armeggiare sul cell, brividi misti ad una forte calura, ma che cavolo mi stava succedendo? Mi accorsi che le foto erano sotto i suoi occhi, quando lo vidi bloccarsi decisamente, iniziando a lanciarmi decise occhiate.


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  • Per la miseria che starà pensando ora? So solo che in quel momento ero troppo eccitata e il desiderio di risentire le sue mani sul mio corpo aumentò in modo esponenziale.

  • Roberto non finiva di guardare quelle foto, Alberto lo aveva capito, perché scherzando ne avevamo parlato e aveva capito che la scusa del bagno era stata, per fare ciò di cui avevamo semplicemente scherzato.

  • Come sempre fu lui ad aprire le danze e gli disse: "c'è qualcosa che non va? Manca per caso qualcosa? Non l'abbiamo toccato e nemmeno abbiamo curiosato, abbiamo solo cercato nella rubrica per riuscire a rintracciarti" , Roberto nuovamente intimidito, convinto forse che Alberto non sapeva, gli rispose: "No niente, solo cose che non ricordavo di avere sul cellulare, ma tutto apposto, ci mancherebbe".
Io ero sempre più trepidante, non vedevo l'ora di sentirmi presa dalle attenzioni di Roberto, ormai era diventato un desiderio fisso. Con la scusa del caldo, gli chiesi se non c'era altro posto dove andare per stare un po' più al fresco e che ero stanca di restare in quel bar.

Roberto propose con decisione, ma sempre timoroso nel dirlo: "l'unico posto dove ci può essere un po' di fresco è su dove eravamo quella sera a vedere i fuochi, li c'è sempre un po' di aria, è sicuramente più fresco di qua, sempre se a voi va bene".

Non ci pensai certo molto, riportarmi in quel fantastico posto, dove tanto avevo goduto pochi giorni prima, era una splendida idea, quindi gli risposi: "Ok! Per me va bene, ma tu magari preferivi restare qui a berti un'altra birra?" mi interruppe dicendo: "Non preoccuparti, per me va bene tutto, basta che siate contenti voi".

Ebbene senza più altre parole, Alberto entrò a pagare le birre e si prese altre bottiglie da portare via, nel caso ci fosse venuta sete. Devo ammettere che ero trepidante di arrivare al più presto in quel prato, parcheggiammo vicino al posto.

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Presi la coperta dal baule e andammo dritti a distenderci nello stesso punto di quella sera. Era già buio e non c'era assolutamente nessuno in zona, porca miseria non ne potevo più, non vedevo l'ora di sentirmi le mani di Roberto accarezzarmi il corpo, di sentirmi osservata da lui completamente nuda.

La luna faceva abbastanza luce per permettere di vedere qualcosa. Appena distesa la coperta, ci accomodammo e subito stappammo le birre, bevendole tanto volentieri. Arieggiava un filo di imbarazzo, Roberto non sapeva certo come comportarsi, ma io aspettavo solo che fosse lui ad iniziare ad accarezzare il mio corpo, volevo che fosse lui a spogliarmi.

Mi venne anche un certo dubbio, la sua poca esperienza in fatto di sesso, mostrava a momenti, segni di timidezza. Naturale in una situazione del genere che in Roberto potesse nascere questo tipo di insicurezza.

Quindi mi sdraiai sulla coperta, piegando una gamba, così che la gonna scendesse scoprendo tutta la gamba. Che strana tensione avevo dentro, aspettavo solo la sua mossa, che finalmente arrivò con il suo ineccepibile rispetto.


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Infatti mi chiese: "Posso accarezzarti una gamba? Non vorrei essere inopportuno. Dopo quella sera non riesco a pensare che a quei pochi istanti in cui mi hai fatto accarezzare il tuo corpo, è stato tanto breve quanto intenso, non ci ho dormito per notti" , la mia risposta fu più che naturale e sfacciata: "Fai pure, non ti preoccupare, anche per me e stata una cosa strana, ma molto stimolante. Non è da me il gesto di quella sera" che tensione quando la sua mano si appoggiò sul ginocchio e lentamente scese fino quasi alla passera per poi risalire.

e Alberto che faceva nel frattempo? Rimase un attimo seduto, ma poi per togliere Roberto da quel mezzo imbarazzo, si allontanò dicendo che andava a prendere altre birre fresche.

Sapeva che in due sarebbe stato più facile per Roberto. Non appena si voltò allontanandosi, la mano di Roberto scese di nuovo da quel ginocchio, fino ad arrivare alla passera già umida e desiderosa.

Roberto era un pochino indeciso sul cosa fare, ma sicuramente sapeva dove andare a toccare, infatti scostò gli slip ed andò ad accarezzare dolcemente la passera. Ero sdraiata e lui al mio fianco girato verso di me che mi osservava, mentre mi accarezzava dolcemente, mentre socchiudevo gli occhi al piacere di quelle carezze.

Ad un tratto, mi disse: "Posso toglierti gli slip? Sto impazzendo dalla voglia di vederla, scusa il mio essere impacciato, ma veramente con tutto quello che ho immaginato, ora mi rendo conto quante cose vorrei fare, ma non so da che parte cominciare per non sbagliare" , non risposi, ma allungai la mano abbassando un pochino una parte di slip, per fargli capire che poteva e doveva farlo, cosa che si affrettò a fare, alzai il bacino per facilitargli il compito, in un attimo mi ritrovai senza slip alla sua mercé.

Le sue mani erano come di velluto ed era superlativo sentirlo accarezzare piacevolmente la gamba per poi soffermarsi alla passera, sempre accarezzandola dolcemente. Ad un certo punto fece scorrere la gonna fino al bacino e con gesto fulmineo si abbassò a baciarmi sul monte di venere.

Ero totalmente passiva alle sue carezze ma tremendamente ebbra di piacere.


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