Scopata con una moglie troia #2

Scopata con una moglie troia #2 | E l' orgasmo arrivò puntuale e violento non appena l' uomo le infilò un dito nell' ano: rimase piuttosto sorpreso e compiaciuto quando una valanga di liquido gli bagnò la faccia.

Quando il giovane unì agli sforzi della lingua e dell' indice destro anche quelli dell' indice sinistro, infilando tutte e due le dita ciascuna in una apertura, e mordicchiando il clitoride ben sviluppato di Bianca, anch' essa gli diede soddisfazione emettendo un pesante sospiro e inarcando la schiena, e liquefacendosi.

Ripreso un po' di fiato, Bianca fece rialzare il giovane e ricominciò a succhiargli il pene, intenzionata a portarlo al massimo per ricompensarlo a dovere. Beatrice dovette essere aiutata ad alzarsi: le gambe le tremavano tanto che non riusciva a reggersi in piedi.

Il tecnico la fece sedere sul bordo del lavabo aprendole bene le gambe, poi si prese il pene alla base e lo guidò nella calda e umida tana che lo attendeva semiaperta.

l' effetto fu immediato: fu come se una scossa avesse colpito la donna, facendole contrarre i muscoli delle gambe, che si intrecciarono dietro le natiche dell' uomo, e quelli del collo e delle spalle, che si irrigidirono come se un' asta le fosse stata infilata nella colonna vertebrale.

Beatrice cominciò ad ansimare come un mantice, incitando l' uomo a penetrarla di più, più forte, più veloce. Era parecchio tempo che non scopava così di gusto. Bianca intanto aveva fatto sedere il ragazzo sulla tazza del water, gli aveva afferrato saldamente il pene e ci si era seduta sopra, infilandolo nella fica fino in fondo.

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Quando sentì che il glande minacciava di penetrare nell' utero di forza, cominciò a muovere il bacino come se disegnasse un 8, facendo così dilatare le pareti della vagina e aumentando il piacere della penetrazione.

Poi prese a sobbalzare, e non ci volle molto perché entrambi arrivassero all' orgasmo: il giovane tirò fuori il pene e cominciò a schizzare seme dappertutto, come un innaffiatore da giardino, mentre Bianca provvedeva ad innaffiarlo col proprio liquido vaginale.

Poi si mise ad osservare l' amica. Beatrice aveva piantato i talloni nelle cosce dell' uomo, e le muoveva come a spronarlo a penetrarla più a fondo. Il tecnico obbediva, accelerando sia la frequenza degli affondi che la forza con cui li portava, finché la donna arrivò all' orgasmo, appendendoglisi al collo, incapace di rimanere in equilibrio.

l' uomo a sua volta estrasse il pene e le sparò i suoi getti sul basso ventre e sul triangolo di pelo. Bianca raccolse gli indumenti sparsi per il bagno, ed aiutò l' amica, che a stento si reggeva in piedi, a tornare in cucina.

– "Allora?". chiese sedendosi. Beatrice si buttò su una sedia a gambe aperte, senza neanche rimettersi gli indumenti: sentiva il sesso bruciare. – "e' stato grandioso. Ho goduto come poche volte mi è capitato di godere. Grazie a te".

"Adesso non esagerare". si schermì l' amica – "avevi solo bisogno di una piccola spinta, ecco tutto". e prese a spalmarle le gocce di seme sulla pancia e sul pube.

Scambiarono altre chiacchiere, commentando le rispettive performance. Dopo una mezz' ora il tecnico e l' aiutante uscirono dal bagno. – "Ora è tutto a posto, è tornato come nuovo".

fece il titolare, guardando voglioso fra le gambe di Beatrice. – "Bene. Quanto le devo?". Beatrice fece per alzarsi. – "Non si preoccupi, è stato un vero piacere. Anzi, se dovesse avere problemi, anche con altri apparecchi, non esiti a chiamarmi".

rispose l' uomo, mentre l' aiutante sorrideva a Bianca che gli diede un colpetto sulla patta – "non prenda appuntamenti, ma chieda di parlare con me direttamente, oppure lasci il suo nome e dica di informarmi che ha chiamato. Io verrò subito".

promise. Beatrice lo ringraziò. Imparato il trucco, Beatrice si è data da fare a risolvere i suoi problemi. Ha cominciato col trovare un lavoro al marito (convincendo l' impiegato all' ufficio collocamento a comunicarle le migliori offerte di lavoro a lei per prima); quando sono ricominciati ad arrivare i soldi, ha fatto ritinteggiare la camera da letto (i due imbianchini volevano per forza darle una ripassata anche nelle altre stanze) e sostituito alcuni elettrodomestici; poi ha detto al marito di essere riuscita a trovare un lavoretto saltuario come donna delle pulizie per alcuni uffici, giustificando così la spesa per alcuni capi d' abbigliamento.

l' altro giorno per esempio ha deciso di andare a prendere della lingerie molto carina e molto sexy che ha visto in un negozio. Si è sistemata per benino ed è uscita.

Nel recarsi al negozio, si è trovata a passare davanti ad una vetrina seminascosta, alla quale non aveva mai fatto molto caso. Esposto, c' era un manichino che indossava un reggiseno e un paio di mutandine in un velato nero praticamente trasparente, con reggicalze e giarrettiere pure nere bordate di rosso.

Il tutto era molto carino, e le mutandine avevano pure una apertura nel punto strategico. Decise di entrare, per vedere se avevano anche altro. Il negozio era un locale lungo e stretto, con uno scaffale centrale che lo divideva in due corsie, e si rivelò essere un sexy-shop.

Vicino all' ingresso c' era un banco al quale era seduto un uomo di età indefinibile, in quanto portava capelli baffi e barba molto folti e neri che lasciavano scoperti solo gli occhi.

Stava leggendo una rivista, e rispose borbottando al suo "Buongiorno". Gli scaffali erano pieni di videocassette, riviste e scatole di varie grandezze, sistemate ordinatamente. Quando si accorse di che tipo di negozio si trattava, il primo impulso di Beatrice fu di andarsene.

Poi la curiosità ebbe la meglio, e decise di dare un' occhiata: dopotutto lei cercava proprio quel genere di lingerie. Cominciò a gironzolare guardando la merce: i profilattici dalle forme più strane la fecero sorridere, sfogliò qualche rivista, diede una scorsa alle cassette.

Nel negozio c' era pure un ragazzotto che aveva sicuramente meno di vent' anni, che le lanciava occhiate furtive, meravigliato forse di vedere una bella donna lì dentro. Sembrava un ragazzo perbene, vergognoso per essere stato pescato lì a guardare roba porno.

Beatrice decise che si sarebbe divertita un po' alle sue spalle. Si avvicinò al ragazzo: - "Scusa, non mi intendo molto di questa roba. Mi puoi consigliare qualche buona cassetta che riesca a far eccitare mio marito?".

Il ragazzo arrossì violentemente. – "Non. non saprei". balbettò – "dipende dal genere che preferite". "Ma tu quale prenderesti, per esempio?". Il ragazzo gliene indicò qualcuna. Lei ne scelse una, poi gli chiese spiegazioni riguardo all' uso e all' utilità di alcuni tipi di profilattici più curiosi, imbarazzandolo sempre più con domande via via più esplicite.

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Quando il ragazzo, madido di sudore, non seppe più cosa risponderle, lo ringraziò e si allontanò, dirigendosi verso la zona dove erano esposti vibratori e falli di gomma. Scelse un pene di proporzioni generose, con delle cinghie, tirò su la gonna e se lo allacciò, sotto lo sguardo attonito del giovane; poi lo prese in mano e fece il gesto di masturbarsi (la sensazione che provò nel fare questo era inebriante: si chiese se un uomo si sentiva come si sentiva lei in quel momento, quando si accingeva a farsi una sega), e il giovane non sapeva più dove guardare; si tolse il finto pene e prese un vibratore, e lo provò passandolo sul sesso; ne provò un altro, e un terzo, fingendo di non riuscire a trovare qualcosa di suo gusto; finalmente si stufò (si era eccitata abbastanza, con quel giochetto) e si diresse verso la zona dove si trovava la biancheria intima.

Il ragazzo la seguì, tenendosi a qualche metro. Beatrice voleva vedere anche qualcos' altro, oltre al completino esposto in vetrina, per cui dopo aver misurato uno slip a cui era applicato un pene in lattice (al tatto era simile ad uno vero: si chiese cosa avrebbe detto suo marito se l' avesse vista con quello slip addosso), chiamo il tizio al banco per chiedergli di farle vedere qualche altro capo di intimo.

Fra le cose che il titolare le mostrò, lei scelse tre completi: - "c' è un posto dove poterli provare?". chiese candidamente. – "Mi dispiace". borbottò il titolare – "normalmente chi viene a comprare qui, sa già cosa c' è lo stanzino dove visionano le cassette. Se vuole".

e glielo indicò. – "Ok. Andrà benissimo". accettò Beatrice. Si diresse verso il ragazzo: - "Scusami. Ti spiacerebbe darmi una mano a scegliere? Non credo ci siano specchi, e vorrei sapere quale mi sta meglio".

e lo prese sottobraccio, avviandosi verso lo stanzino. Scostata la tenda che fungeva da porta, questo si rivelò essere un vero buco: poco più di 1 metro per 1 metro, appena lo spazio per un piccolo televisore e un videoregistratore, e uno sgabello.

Beatrice spinse lo sgabello verso il fondo e cominciò a spogliarsi: - "Io mi chiamo Beatrice, Bea per gli amici. e tu come ti chiami?". fece al giovane. – "Daniele".

"Daniele! Che bel nome! Mi sbottoni il reggiseno, per piacere?". Quello, con mano tremante per l' emozione, l' aiutò. La donna si sfilò pure le mutandine, poi indossò un completo in rosso: - "Allora, che te ne pare?".


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  • chiese girando su sé stessa. Daniele mormorò qualcosa, confuso. Lei si tolse gli indumenti rossi e provò il completo nero, che le donava di più. Altra piroetta, altra risposta incomprensibile.

  • Lei guardò il ragazzo negli occhi e gli chiese con falsa perplessità: - "Cos' è, non ti senti bene? o non hai mai visto una donna spogliarsi?". e allungò una mano verso la patta per tastarla.

  • – "Pare proprio di no. Sei arrapato come un porcello in calore. Bisogna fare qualcosa, o rischiamo che ti venga un infarto. Siediti qui". lo tirò nello stanzino e lo fece sedere sullo sgabello.

  • Gli slacciò la cintura e tirò giù pantaloni e boxer: il pene svettò come una molla. Lei sorridendo prese a tirarlo e a massaggiarlo con una mano, e con l' altra carezzava i testicoli; poi si chinò e prese a tocchettarlo con la punta della lingua.

  • Il glande era gonfio e congestionato, rosso come un melograno e sembrava sul punto di scoppiare: Beatrice non perse tempo e aprì la bocca per mettercelo dentro, ma Daniele l' anticipò e le schizzò lo sperma sul viso e in bocca.

  • La donna non si scoraggiò: continuando nell' intenzione originale si ficcò l' uccello, ora molliccio e mezzo floscio, in bocca, mescolando il sapore dolciastro dello sperma a quello acido della pelle del pene, e diede l' avvio ad un impegnativo pompino, tentando di riportare il pene ai livelli precedenti.
Il titolare del negozio, intanto, era tornato al banco, proprio vicino allo sgabuzzino, e non rimase sorpreso nel veder sporgere dalla tenda il posteriore della donna: aveva immaginato come sarebbe andata a finire.

Quel che non aveva immaginato era che la donna avesse effettivamente indossato uno dei completi scelti, e se ne accorse quando i movimenti della donna fecero scivolare la tenda di lato.

Si trovò di fronte un magnifico sedere pieno e sodo coperto, si fa per dire, solo da un velo trasparente, e con uno spacco centrale che metteva in risalto la zona violacea compresa fra il foro anale e il clitoride.

Ora, un conto era vederlo in foto o sul video (a quello era abituato), un conto era averlo lì, sotto gli occhi, a poco più di un metro di distanza.

Riusciva a distinguere ogni singola piega, ogni pelo, e l' uccello gli si rizzò. Quando poi vide Beatrice pompinare il giovane (la tenda, ormai, era aperta), andò alla porta, espose il cartello 'torno subito' e si mise comodo a gustare lo spettacolo, liberando l' uccello dalla gabbia e dandogli qualche affettuosa carezza.

Era veramente una gran bella veduta: le natiche carnose e morbide pareva aspettassero solo che qualcuno le afferrasse, lo sfintere prometteva un piacere grandioso a chi lo forzava, e la vulva contornata di pizzo nero sembrava una grossa e succosa prugna che attendeva di essere colta.

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La tentazione era forte, e lui non ce la fece a resistere: prima allungò una mano e controllò la consistenza del 'frutto' palpandolo e infilandovi dentro un dito, e il succo lo bagnò rapidamente; poi appoggiò la punta del pene al foro, e spinse.

Beatrice accolse la penetrazione con un sospiro profondo: il tizio era abbastanza ben fornito, e lei si sentiva sufficientemente riempita. Riprese a succhiare l' uccello di Daniele, e finalmente ebbe la soddisfazione di sentirlo tornare ad ingrossarsi, a premere contro il suo palato.

La posizione in cui si trovava però era un po' scomoda: in piedi e china in avanti, non riusciva a sopportare bene le spinte del titolare del negozio. Divaricò un po' le gambe ed appoggiò le mani contro la parete: andava un po' meglio, ma era pur sempre scomodo, e non riusciva a dedicarsi a Daniele.

Provò ad invertire i ruoli dei due, ma era anche peggio. Decise quindi di cambiare tattica: si andò a stendere sul bancone, ed aprì le gambe invitante. Il negoziante non si fece pregare: con le mani la tenne ben aperta e rimise l' uccello nel suo nido caldo ed accogliente, riprendendo a scoparla; mentre il ragazzo glielo rimetteva in bocca.

Ora Beatrice stava decisamente più comoda, e poté gustarsi meglio i due cazzi. Ad un certo punto il negoziante smise di scoparla e andò a prendere un paio di quei profilattici dalla forma curiosa.

Quando tornò, trovò la fica occupata dal giovane, che si stava dando da fare per riempirla a dovere. La donna gemeva sotto i colpi rapidi di Daniele, ed il negoziante si contentò di riempirle la bocca.

Dopo qualche minuto passato a spingerle il pene in gola, lo sfilò e si applicò uno dei preservativi: era tutto ricoperto di creste e faceva sembrare il pene un cilindro di legno, aumentandone anche la circonferenza.


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– "Infilati questo". disse al ragazzo passandogli l' altro, che sembrava un normale profilattico sulla cui punta però era stata applicata una noce di lattice morbido, piena di rigature.

Approfittò della 'distrazione' del giovane per tornare ad installarsi fra le cosce di Beatrice e riprendere a scoparla. Le creste del profilattico raggiunsero lo scopo, perché la donna accolse la nuova penetrazione e le successive spinte con gridolini di piacere.

Che aumentò ancora quando il negoziante cedette di nuovo il posto a Daniele: il pene del giovane aveva acquistato un paio di centimetri buoni di lunghezza, centimetri che Beatrice gradì molto.

Stanchi di dover fare a turno, i due maschi decisero di risolvere la questione: fecero alzare la donna dal tavolo, e al suo posto si stese il negoziante. Beatrice gli montò sopra e si impalò sul cilindro.

Infine fu la volta di Daniele, che glielo infilò nel culo. La pallina di lattice facilitò l' ingresso del giovane, che prese a spingere vigorosamente, e fece crescere a dismisura il piacere della donna, che la sentiva arrivare molto più in fondo.

Il negoziante, da parte sua, cercò di spingere da sotto. La doppia imbottitura fece perdere la testa a Beatrice, che prese ad agitarsi in preda ad un piacere enorme; e quelle contorsioni a loro volta aumentarono l' eccitazione dei due maschi, finché tutti e tre, quasi in contemporanea, giunsero all' apice: Beatrice ebbe un orgasmo prolungato che la lasciò senza forze, e si accorse che gli altri due avevano eiaculato solo perché avevano smesso di spingere, e Daniele la schiacciava contro il corpo del negoziante.

Ristettero in quella posizione per un poco, con Beatrice ancora penetrata in entrambi i canali, per riprendere fiato; poi, con molta riluttanza, la 'formazione' si sciolse. La donna andò a rivestirsi, e gli altri due si ricomposero.

Il negoziante riaprì il negozio. Beatrice scelse il completo nero e aggiunse la cassetta: - "Quant' è?". chiese. Il titolare fece il conto: - "130. 000euro" - Con una smorfia di disappunto, la donna accennò a prendere i soldi, ma il negoziante l' anticipò: - "Se però mi promette di venire a prendersi anche quello rosso e quello bianco, glieli regalo".

concluse con un sorriso, malizioso. Beatrice sorrise anche lei: - "Si può fare, a patto che mi faccia provare anche qualche altro tipo di quei profilattici particolari. Sono davvero fenomenali!".

"Non si preoccupi, quelli ce li rimetto io". si inserì Daniele, che aveva perso tutta la sua timidezza – "lei pensi solamente a tornare. Al resto provvederemo noi". e allungò una mano, per palpare il sedere che lo aveva così ben accolto.

Uscita, Beatrice cercò di giustificarsi. – "e' vero che Bianca mi ha consigliato di non tornare mai due volte nello stesso posto". pensò – "e che si rischia, ma lei non ha certo mai provato quei simpatici preservativi. Se lo avesse fatto, sono sicura che si sarebbe trasferita permanentemente in quel negozio".



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